Amici velisti, la Coppa America è un campo di battaglia dove la vittoria si gioca su frazioni di secondo e millimetri di regolazione. E nella battaglia attuale tra Ineos Britannia e Emirates Team New Zealand, sono proprio i dettagli a fare la differenza.
Certo, Ineos ha dimostrato di avere una barca veloce, soprattutto in bolina. I dati lo confermano: la loro velocità rispetto al vento (VMG) è leggermente superiore a quella dei kiwi. Il problema? Non riescono a sfruttarla al massimo!
Mentre Team New Zealand sembra danzare sull'acqua, inanellando virate fluide e rilanci immediati, Ineos sembra un po' impacciata. La chiave, a quanto pare, sta proprio nelle virate.
I neozelandesi hanno perfezionato una tecnica impeccabile: manovre rapide, regolazioni millimetriche delle vele e un tempismo perfetto nel gestire i foil. Il risultato? Escono dalle virate come proiettili, lasciando Ineos a mangiare la polvere.
E non è solo questione di velocità pura. Emirates Team New Zealand sembra in grado di navigare più vicino al vento dopo la virata, guadagnando metri preziosi ad ogni manovra.
Insomma, la barca veloce ce l'hanno, ma devono imparare a farla cantare! Devono limare i dettagli, coordinare alla perfezione le regolazioni delle vele e trovare la giusta sintonia con i foil.
E le partenze? Beh, lì si è vista tutta l'astuzia tattica dei kiwi. Hanno studiato le mosse di Ineos, le hanno anticipate e costrette a navigare in difesa. Un vero gioco di scacchi in mare aperto!
Insomma, la strada per Ineos è ancora lunga. Servirà un miracolo per ribaltare la situazione, ma nella Coppa America mai dire mai. I britannici dovranno tirare fuori gli artigli, affinare le armi e sperare in qualche errore dei campioni in carica.
Noi, ovviamente, staremo a guardare con il fiato sospeso, pronti a tifare per i nostri beniamini. Che vinca il migliore!
Certo, Ineos ha dimostrato di avere una barca veloce, soprattutto in bolina. I dati lo confermano: la loro velocità rispetto al vento (VMG) è leggermente superiore a quella dei kiwi. Il problema? Non riescono a sfruttarla al massimo!
Mentre Team New Zealand sembra danzare sull'acqua, inanellando virate fluide e rilanci immediati, Ineos sembra un po' impacciata. La chiave, a quanto pare, sta proprio nelle virate.
I neozelandesi hanno perfezionato una tecnica impeccabile: manovre rapide, regolazioni millimetriche delle vele e un tempismo perfetto nel gestire i foil. Il risultato? Escono dalle virate come proiettili, lasciando Ineos a mangiare la polvere.
E non è solo questione di velocità pura. Emirates Team New Zealand sembra in grado di navigare più vicino al vento dopo la virata, guadagnando metri preziosi ad ogni manovra.
Insomma, la barca veloce ce l'hanno, ma devono imparare a farla cantare! Devono limare i dettagli, coordinare alla perfezione le regolazioni delle vele e trovare la giusta sintonia con i foil.
E le partenze? Beh, lì si è vista tutta l'astuzia tattica dei kiwi. Hanno studiato le mosse di Ineos, le hanno anticipate e costrette a navigare in difesa. Un vero gioco di scacchi in mare aperto!
Insomma, la strada per Ineos è ancora lunga. Servirà un miracolo per ribaltare la situazione, ma nella Coppa America mai dire mai. I britannici dovranno tirare fuori gli artigli, affinare le armi e sperare in qualche errore dei campioni in carica.
Noi, ovviamente, staremo a guardare con il fiato sospeso, pronti a tifare per i nostri beniamini. Che vinca il migliore!