A Barcellona, con l'America's Cup che entra nel vivo, non ci sono solo le regate a infiammare gli animi: la città è invasa da un'ondata di tifo incredibile, con supporter arrivati da ogni angolo del mondo! Inglesi e neozelandesi, in particolare, si stanno distinguendo per la loro passione travolgente, colorando Barcellona con le loro bandiere e i loro cori.
Il Race Village e le FanZone sono un vero e proprio spettacolo di colori e allegria. Tifosi sfegatati, alcuni dei quali hanno viaggiato per migliaia di chilometri, si ritrovano uniti dalla passione per la vela, scambiandosi storie di sfide epiche e momenti indimenticabili.
Tra la folla festante, incontriamo Anne, del Bucklands Beach Yacht Club, che ci racconta con orgoglio di aver navigato con il fratello di Peter Burling. Nonostante abbia assistito al trionfo della Coppa a San Francisco, rimane con i piedi per terra: "Finché non tagliano il traguardo, non si canta vittoria!".
Nel suo Yacht Club, come in molti altri in Nuova Zelanda, c'è una tradizione particolare: indossare calzini rossi in onore di Sir Peter Blake, un portafortuna che si dice porti bene al team!
E che dire di Jan e Hamish, anche loro del Bucklands Beach Yacht Club, entusiasti di rappresentare il secondo Yacht Club più grande della Nuova Zelanda? "Siamo qui con 30 membri del nostro club per goderci questo spettacolo unico!", ci raccontano con orgoglio. Dimenticate i calzini rossi: il loro portafortuna è una bandiera con 40 anni sulle spalle, testimone di innumerevoli America's Cup!
L'atmosfera è così elettrizzante che si sentono a casa. La FanZone di Plaça del Mar è un tripudio di bandiere neozelandesi, a dimostrazione della forte presenza del Royal New Zealand Yacht Squadron, il più grande del paese, che conta ben 3.000 membri, di cui 650 presenti a Barcellona!
"Adoriamo viaggiare", ci confida Hamish. "Il nostro paese più vicino è l'Australia e parlano inglese. Ci piace scoprire nuove lingue e culture". Dopo l'America's Cup, hanno intenzione di visitare l'Italia, approfittando del loro viaggio in Europa.
Ma non ci sono solo i "kiwi" a tifare: Chris, un quarantenne inglese che si è trasferito da poco a Barcellona dall'Argentina, ha scoperto l'America's Cup grazie agli amici. "Vivere qui, vicino al mare, e vedere così tanti connazionali è fantastico!", ci racconta. Assistere all'evento dal vivo è un'esperienza unica e Chris è entusiasta: "Se non ci fossero state le AC75, non sarei venuto in spiaggia così spesso da agosto. Sono uno spettacolo incredibile!".
Tra la folla locale, incontriamo Manel, un catalano di 34 anni, la cui fidanzata italiana è una dei 2.000 volontari dell'America's Cup. "È una fashionista milanese, appassionata di Prada e cresciuta con il mito di Luna Rossa. Per lei partecipare come volontaria è stato naturale. Io sono cresciuto vicino al mare, ma non conoscevo bene la competizione. È fantastico vedere come la mia città si sia trasformata. Sono orgoglioso della cerimonia di apertura e dell'organizzazione impeccabile. E sono particolarmente fiero che per la prima volta le donne abbiano gareggiato nella Puig Women's America's Cup. Non mi sono perso una regata e faccio il tifo per il Team New Zealand, visto che hanno menzionato Barcellona come possibile sede per la prossima Coppa".
Lisa, con in mano un peluche a forma di kiwi, incarna alla perfezione la sana rivalità che si respira nell'aria. Segue le regate nella FanZone di Plaça del Mar con i suoi amici inglesi e neozelandesi, tra battute e scherzi goliardici.
Peter, un tifoso inglese che ha viaggiato per seguire diversi eventi sportivi quest'anno, tra cui le Olimpiadi di Marsiglia, è colpito dall'organizzazione dell'America's Cup. "Il porto è accogliente e questa è la conclusione perfetta per un anno di viaggi in barca a vela", ci dice mentre guarda la terza regata dalla spiaggia di Plaça del Mar. "E ora, una bella pinta ristoratrice!".
Insomma, la passione per la vela e l'amore per lo sport uniscono tifosi britannici e neozelandesi in un abbraccio contagioso che va oltre la rivalità.
Il Race Village e le FanZone sono un vero e proprio spettacolo di colori e allegria. Tifosi sfegatati, alcuni dei quali hanno viaggiato per migliaia di chilometri, si ritrovano uniti dalla passione per la vela, scambiandosi storie di sfide epiche e momenti indimenticabili.
Tra la folla festante, incontriamo Anne, del Bucklands Beach Yacht Club, che ci racconta con orgoglio di aver navigato con il fratello di Peter Burling. Nonostante abbia assistito al trionfo della Coppa a San Francisco, rimane con i piedi per terra: "Finché non tagliano il traguardo, non si canta vittoria!".
Nel suo Yacht Club, come in molti altri in Nuova Zelanda, c'è una tradizione particolare: indossare calzini rossi in onore di Sir Peter Blake, un portafortuna che si dice porti bene al team!
E che dire di Jan e Hamish, anche loro del Bucklands Beach Yacht Club, entusiasti di rappresentare il secondo Yacht Club più grande della Nuova Zelanda? "Siamo qui con 30 membri del nostro club per goderci questo spettacolo unico!", ci raccontano con orgoglio. Dimenticate i calzini rossi: il loro portafortuna è una bandiera con 40 anni sulle spalle, testimone di innumerevoli America's Cup!
L'atmosfera è così elettrizzante che si sentono a casa. La FanZone di Plaça del Mar è un tripudio di bandiere neozelandesi, a dimostrazione della forte presenza del Royal New Zealand Yacht Squadron, il più grande del paese, che conta ben 3.000 membri, di cui 650 presenti a Barcellona!
"Adoriamo viaggiare", ci confida Hamish. "Il nostro paese più vicino è l'Australia e parlano inglese. Ci piace scoprire nuove lingue e culture". Dopo l'America's Cup, hanno intenzione di visitare l'Italia, approfittando del loro viaggio in Europa.
Ma non ci sono solo i "kiwi" a tifare: Chris, un quarantenne inglese che si è trasferito da poco a Barcellona dall'Argentina, ha scoperto l'America's Cup grazie agli amici. "Vivere qui, vicino al mare, e vedere così tanti connazionali è fantastico!", ci racconta. Assistere all'evento dal vivo è un'esperienza unica e Chris è entusiasta: "Se non ci fossero state le AC75, non sarei venuto in spiaggia così spesso da agosto. Sono uno spettacolo incredibile!".
Tra la folla locale, incontriamo Manel, un catalano di 34 anni, la cui fidanzata italiana è una dei 2.000 volontari dell'America's Cup. "È una fashionista milanese, appassionata di Prada e cresciuta con il mito di Luna Rossa. Per lei partecipare come volontaria è stato naturale. Io sono cresciuto vicino al mare, ma non conoscevo bene la competizione. È fantastico vedere come la mia città si sia trasformata. Sono orgoglioso della cerimonia di apertura e dell'organizzazione impeccabile. E sono particolarmente fiero che per la prima volta le donne abbiano gareggiato nella Puig Women's America's Cup. Non mi sono perso una regata e faccio il tifo per il Team New Zealand, visto che hanno menzionato Barcellona come possibile sede per la prossima Coppa".
Lisa, con in mano un peluche a forma di kiwi, incarna alla perfezione la sana rivalità che si respira nell'aria. Segue le regate nella FanZone di Plaça del Mar con i suoi amici inglesi e neozelandesi, tra battute e scherzi goliardici.
Peter, un tifoso inglese che ha viaggiato per seguire diversi eventi sportivi quest'anno, tra cui le Olimpiadi di Marsiglia, è colpito dall'organizzazione dell'America's Cup. "Il porto è accogliente e questa è la conclusione perfetta per un anno di viaggi in barca a vela", ci dice mentre guarda la terza regata dalla spiaggia di Plaça del Mar. "E ora, una bella pinta ristoratrice!".
Insomma, la passione per la vela e l'amore per lo sport uniscono tifosi britannici e neozelandesi in un abbraccio contagioso che va oltre la rivalità.